Gli scavi di Pompei sono il posto migliore per conoscere meglio la vita in un’antica città romana.
Indice
Come arrivare
Gli scavi di Pompei sono raggiungibili in treno o in auto. Prendere il treno ad alta velocità da Roma fa risparmiare circa 90 minuti rispetto alla macchina.
Andare a Pompei con la propria auto vale quindi la pena solo se si desidera rimanere più a lungo nella zona, ad esempio per visitare Napoli, la Costiera Amalfitana o i Campi Flegrei.
Si può prendere il treno ad alta velocità per Napoli Centrale o per Salerno. Da Napoli il treno locale Circumvesuviana parte ogni 20-30 minuti per Pompei Scavi, sulla linea per Sorrento. Il viaggio dura circa 40 minuti. Purtroppo la linea non è molto affidabile ed è una delle peggiori compagnie ferroviarie in Italia. Leggete il nostro confronto tra i treni ad alta velocità di Trenitalia e Italo.
Da Salerno le Ferrovie dello Stato arrivano alla stazione di Pompei e da lì in 10 minuti a piedi si raggiunge l’area archeologica. Il viaggio da Roma a Pompei in treno costa circa 110 euro andata e ritorno.
Ogni domenica c’è un collegamento diretto con il treno ad alta velocità Frecciarossa da Roma Termini a Pompei alle 8:53 con arrivo alle 10:40 e proseguimento in autobus con arrivo alle 10:55 agli Scavi. Il biglietto del treno può essere prenotato includendo l’autobus da Roma a Pompei Scavi. Ritorno da Pompei Scavi in autobus alle 18:15 alla stazione ferroviaria di Pompei e da lì con il Frecciarossa alle 18:40 con arrivo a Roma Termini alle 20:55.
Tour guidati
Ci sono anche visite guidate a Pompei con partenza da Roma. C’è un tour del Vesuvio da Napoli. Per questo tour è necessario prendere la Frecciarossa delle 8:00 da Roma e un treno di sera per il viaggio di ritorno.
Altri tour interessanti da Roma includono il tour di un giorno a Pompei e Napoli con prelievo dall’hotel e pranzo e l’ escursione di un giorno dell’antica Pompei e Sorrento, visita guidata con un archeologo e visita della pittoresca cittadina costiera di Sorrento.
Orari
Il sito ha tre ingressi. L’ingresso principale è in Piazza Esedra / Porta Marina inferiore. Valgono le stesse regole di accesso di tutti i musei nazionali in Italia.
Gli orari sono: 1 novembre – 31 marzo, dalle 9:00 alle 17:00, 1 aprile – 31 ottobre, fino alle 19:00 L’ultimo orario di ingresso è 90 minuti prima della chiusura. Chiuso il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre.
Gli scavi
Gli scavi iniziarono nel 1748 sotto il re di Borbone Carlo III, divenuto poi re di Spagna. Si atteggiava con i tesori che aveva scavato ed gli piaceva regalare a principi e re l’uno o l’altro pezzo. Oggi gran parte della collezione si può ammirare nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La ricerca e gli scavi continuano oggi con metodi innovativi e con le ultime tecnologie. Il direttore del sito Gabriel Zuchtriegel pubblica regolarmente scoperte sensazionali e gli ultimi risultati della ricerca. Nell’ambito di scavi e restauri, sempre più aree vengono rese accessibili al pubblico. Il successo si riflette anche nel numero di visitatori, che in alcuni giorni è già superiore a quello del Colosseo.
Il tempo si è fermato a Pompei quasi 2000 anni fa. Già allora sui muri erano dipinti graffiti, c’era un fast food e tutto il necessario per la vita cittadina. Troverete mosaici e affreschi ben conservati, oltre a dipinti erotici.
Le antiche strade avevano carreggiate, marciapiedi, passaggi pedonali e condutture dell’acqua. I solchi dei carri si sono impressi nelle carreggiate. Tracce di quasi 2000 anni fa!
I corpi umani hanno lasciato il segno nella cenere rovente. Sono stati recuperati e si può vedere i loro ultimi momenti, anche le smorfie di terrore.
Punti salienti
Il numero 23, l’Antiquarium, si trova a sinistra dell’entrata principale. Aperto nel 2021, il museo espone reperti dal IV secolo a.C. all’eruzione del vulcano nel 79, fornendo un’introduzione alla storia della città e al suo rapporto con Roma.
Il numero 14, il Tempio di Apollo, è uno dei più antichi luoghi di culto. Gli originali delle statue, come l’Apollo Arciere, sono nel Museo Archeologico di Napoli.
Attraverso il Foro (n. 20) si arriva alla Casa del Fauno, n. 39. È una delle case più grandi e lussuose di Pompei. Copre un’area di 3.000 m². La sua ricchezza può essere vista già all’ingresso con il suo maestoso portale, le decorazioni e il pavimento in marmo. Al centro del bacino d’acqua nella sala c’è il fauno danzante. Nella zona tra il primo e il secondo cortile, si può ammirare una copia di un mosaico del II secolo a.C. che mostra la battaglia decisiva tra Alessandro Magno e il re persiano Dario.
In periferia si trova la Villa dei Misteri, n. 44. Per arrivare alla villa, si prende l’antica strada per Ercolano, che passa per la Porta Ercolana. Affreschi ben conservati mostrano riti misteriosi.
Anche nell’antica Pompei, il cibo veniva venduto da asporto. Il Termopolio, n. 48, è stato scavato nel 2018-2020 e il suo arredamento e le sue decorazioni mostrano molto vividamente come doveva essere allora.
Per avere uno spaccato della vita a Pompei, uno sguardo al bordello è da non perdere. Il Lupanare, n. 45, è decorato con disegni erotici.
Infine, raccomandiamo L’orto dei fuggiaschi, n. 5, dove c’era una vigna. Sono state trovate i calchi di 13 vittime, adulti e bambini, padroni e schiavi, che sono stati sorpresi da una colata di lava mentre fuggivano sulla calda cenere vulcanica alta 3,5 metri.
Come spariva Pompei
Pompei era un ricco porto marittimo alla foce del fiume Sarno con circa 15.000 abitanti.
Il Vesuvio non era considerato un pericolo in quanto non era attivo da secoli e anche sulle pendici c’erano abitazioni. Un terremoto nel 62 d.C. non era associato con un possibli rischio di eruzione del vulcano, che esplose nel pomeriggio del 24 agosto 79 d.C. Nella prima fase, che fu accompagnata da molti terremoti e durò fino al mattino successivo, si formò una nuvola di cenere, gas e vapore alta 15 chilometri. Durante la notte l’attività diminuiva e molti residenti tornavano. Al mattino veniva la lava che seppelliva la città. La cenere calda che pioveva sulla città e la lava hanno coperto il tutto per un’altezza di 6 metri. Persone e animali morirono in pochi secondi, lasciando il segno nelle ceneri che si stavano raffreddando. Il mare è ora a 1,5 km di distanza.
Vulcani in Campania
La regione Campania è ancora oggi un’area vulcanicamente attiva e il pericolo le conferisce un fascino particolare. Accanto al Vesuvio c’è la zona dei Campi Flegrei, dove i Greci presumevano l’ingresso agli Inferi. Un’intera famiglia è affondata qui alcuni anni fa. Un bambino ignorò la barriera e affondò nella sabbie calde. La madre saltava dietro per salvarlo e così faceva il padre. Solo il figlio più grande è sopravvissuto. Che tragedia!
Il sottosuolo dei Campi Flegrei è molto attivo e l’area si alza e si abbassa regolarmente. L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538. Gli esperti di vulcanologia monitorano continuamente l’area.
Le terme di Ischia testimoniano l’attività vulcanica e luoghi come Sorrento, la costiera amalfitana e l’isola di Capri ci invitano a sognare.